Grazie, Pier Paolo
La notte fra il 1° e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini viene ucciso all’Idroscalo di Ostia. Lo sappiamo tutti. Ma in pochi sanno che il giorno prima aveva rilasciato un’intervista, pubblicata una settimana dopo la sua morte, da lui stesso intitolata: “Siamo tutti in pericolo”.
Di cosa parla? Della società emergente e del tipo d’uomo che si stava affermando. “La tragedia”, dice, “è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra”.
Ce l’ha anche con gli intellettuali, Pier Paolo. Con i suoi stessi compagni che sembrano marionette con la testa rivolta all’indietro. Che non vedono, o non vogliono vedere, ciò che sta avvenendo. Non vedono “la mutazione antropologica”: la società di massa dove tutti riceviamo un’educazione comune. “L’educazione ad avere, possedere, distruggere”, utilizzando le armi che abbiamo a disposizione, dai consigli di amministrazione fino alle spranghe.
È qualcosa di più radicale del consumismo di cui parliamo di solito.
“Voglio dire fuori dai denti: io scendo all’inferno e so cose che non disturbano la pace di altri. Ma state attenti, l’inferno sta salendo verso di voi”.
È come l’acqua. Non quella che scorre violenta nei fiumi, esce dall’alveo e distrugge, ma quella che sale lentamente dal fondo e sommerge tutti.
Come comportarci? Pier Paolo indica una strada: “L’esempio ce lo dà la Storia. Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la Storia sono quelli che hanno detto di no, mica i cortigiani… Il rifiuto, per funzionare, deve essere grande, non piccolo, totale, non su questo o quel punto, assurdo, non di buon senso”.
Ora l’acqua limacciosa, salendo indisturbata sempre più, ci è arrivata alla gola.
Dal tempo di Pier Paolo ci sono stati cambiamenti radicali, anche strutturali. Innovazioni tecnologiche che consentono un controllo sistematico e una manipolazione sempre più grande e pervasiva degli esseri umani.
È il momento del rifiuto. Di aprire gli occhi e agire di conseguenza. Siamo tutti, in qualche modo, degli intellettuali. Con gentilezza, ma anche con fermezza. Senza troppe riserve mentali.
La vita, per tutti, è una sola.
Grazie, Pier Paolo
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